Malocclusioni Campi di intervento
Malocclusioni
Campi di intervento
L’ortodonzia, più correttamente, nata come Ortognatodonzia è quel ramo dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi, della prevenzione e del trattamento delle Malocclusioni includendo in questa definizione le anomalie di posizione dei denti e le malformazioni ed alterazioni di crescita delle ossa mascellari.
L’ortodonzia ha lo scopo di eliminare e controllare tali anomalie ripristinando e/o controllando i normali paradigmi della crescita cranio-facciali e della funzione masticatoria.
La tempestività di intervento è uno dei punti cardine per la completa remissione della problematica ortodontica permettendo al soggetto in crescita di scongiurare problematiche di deglutizione, fonazione, respirazione, masticatorie, di ottenere un valore aggiunto sull’estetica dentale e del aspetto facciale.
L’ortodossia si occupa quindi della cura delle malocclusioni in un range d’età che sazia dai 5 anni fino ad arrivare all’ortodonzia dell’adulto.
Le malocclusioni vengono classificate secondo i dettami del Prof. Angli che le divide in I°classe, II° classe e III° classe.
Ognuno di questi presenta delle caratteristiche specifiche che riguardano la crescita e lo sviluppo cranio-facciali ed i rapporti occlusali reciproci esistenti tra le due arcate. Il nostro gruppo come tutta la comunità scientifica si avvale di questa classificazione per studiare ed approfondire le malocclusioni di ogni singolo soggetto approfondendone le caratteristiche individuali.
Le malocclusioni di I° classe scheletrica sono caratterizzate da una corretta relazione tra mascella e mandibola. Solitamente sono queste le malocclusioni più semplici trattare e la loro correzione è mirata quasi esclusivamente alla correzione dei rapporti dentali includendo le problematiche di affollamento, morso profondo, morso aperto e morso crociato (cross di 1 o più elementi dentali).
Le malocclusioni di II° classe scheletrica sono caratterizzate da una discrepanza tra mascella e mandibola in cui quest’ultima si presenta più o meno arretrata. Questo può dipendere o da un eccessivo avanzamento della mandibola o da entrambi. Ovviamente una simile condizione scheletrica crea una forte disarmonia anche a livello dentale presentando tipicamente un estetica in cui i denti anteriori si presentano troppo sporgenti ed i molari superiori sono in avanti rispetto alla posizione dei molari inferiori.
Ovviamente possono essere contemporaneamente presenti problematiche di morso profondo, affollamento, morso aperto, morso crociato (cross di 1 o più elementi dentali). La correzione del rapporto scheletrico e la risoluzione dei problemi dentali rappresentano l’obiettivo di terapia di queste malocclusioni che sono statisticamente le più rappresentate. Nella correzione di queste problematiche è fondamentale l’età in cui si interviene in quanto una correzione precoce (età infantile) o in fase puberale possono essere la più grande chiave di successo per il trattamento. Risolutivi possono essere dispositivi ortopedici e/o funzionali come l’ E.R.P, il TWIN BLOCK, FRAMKEL, attivatori che se pur non in grado di incrementare la crescita mandibolare, come evidenziato dalla letterature scientifica, sono in grado di ridirezionare la crescita scheletrica ridando armonia, ai rapporti scheletrici e dentali. Nella correzione del rapporto di occlusione a livello dei molari si dimostrano molto utili i dispositivi di ancoraggio e/o distalizzazione.
La malocclusione di III° classe scheletrica è caratterizzata da una discrepanza tra mascellare e mandibola in cui quest’ultima è troppo in avanti rispetto al mascellare.
Questo può dipendere o da un eccesso di crescita mandibolare o da un mascellare poco sviluppato in senso sagittale o da entrambe le cose.
Ovviamente una simile alterazione non permette un corretto rapporto di occlusione dentale e solitamente i molari inferiori sono molto avanti rispetto alla posizione dei molari superiori e tipicamente il gruppo degli incisivi inferiori occlude esternamente (in cross) rispetto a quello superiore. il trattamento di questa malocclusione deve essere estremamente precoce con l’applicazione di specifici protocolli per la correzione ortopedica e la normalizzazione dei normali paradigmi di crescita. Questo quadro malocclusivo è statisticamente il meno rappresentato e riconosce come forte fattore etiologico la dominante genetica che è essa stessa un importante parametro da considerare per la prognosi riservata ed evoluzione del quadro di crescita del piccolo paziente.
la terapia precoce non scongiura comunque una tendenza di crescita maggiore della mandibola che in questi progetti tende ad alimentare notevolmente le sue dimensioni nella fase puberale portando spesso a spiacevoli recidive. per questo motivo è importante monitorare sempre il piccolo paziente, prevedendo una seconda fase di terapia nel periodo del picco puberale con lo scopo di consolidare i risultati ottenuti e contenere il rischio di recidiva. Soluzioni più stabili trovano le terze classi da estropatogenesi funzionali che comunque rispondono benissimo alla terapia precoce intercettava.
Le problematiche ortodontiche otre ad essere classificate secondo i dettami del prof. Angle vengono incasellate in specifici sottogruppi che tengono conto di altre caratteristiche.
Il morso aperto è quella anomalia occlusale in cui i denti dell’arcata superiore non chiudono su quelli dell’arcata inferiore lasciando così la presenza di uno spazio più o meno evidente. le motivazioni etiopatogeniche di questa condizione sono spesso da ricercare oltre che ad un pattern genetico e condizioni disfunzionali linguali come la deglutizione atipica. La terapia di questa anomalia occluse deve essere quanto più precoce possibile al fine di scongiurare terapie in età adulta che debbano necessariamente passare attraverso soluzioni ortodontico-chirurgiche.
Si parla di morso crociato quando l’occlusione di uno o più elementi dentali si presenta invertita rispetto alla norma. il morso crociato può essere mono-laterale o bilaterale e può essere legato o ad una problematica scheletrica o esclusivamente ad una alterazione dell’inclinazione di una o più denti. Nel caso del morso crociato anteriore gli incisivi anteriori sono posizionati esternamente rispetto agli incisivi superiori molto spesso questa condizione è associata alla malocclusione scheletrica di terza classe.
L’etiopatogenesi del morso crociato è legata ad una riduzione del diametro trasversale del mascherare he può, a seconda della severità della contrazione, portare ad un quadro mono-laterale o bilaterale. le maggior parte delle condizioni di orso crociato mono-laterale se bene analizzate risultano essere bilaterali. questo si verifica in conseguenza di un assente stabilità occlusale in molte situazioni di riduzione trasversale. Facendo chiudere il paziente in centrica la mandibola tende a scivolare in lateralità guadagnando così un occlusione dentale più stabile. Ciò determina visivamente un’apparente morso crociato mono-laterale che in realtà è bilaterale.
Il trattamento del morso crociato deve essere intrapreso il prima possibile al fine di evitare che con il progredire della crescita non si instaurino condizioni di asimmetria scheletrica. la terapia prevede nella maggior parte dei casi l’utilizzo dell’espansone rapido del palato o comunque di dispositivi in grado di modificare il diametro trasversale mascellare o di correggere l’inclinazione degli elementi dentali con posizione alterata.
In quello che viene definito morso profondo il gruppo degli incisi superiori opre, in alcuni casi a nascondere tranquillamente in gruppo degli incisivi inferiori. in condizioni di normalità e accettato un over bite, di circa 2 mm. tutte quelle condizioni in cui questo rapporto è maggiore parleremo di morso profondo. i motivi per cui questa condizione patologica può presentarsi sono molteplici e possono dipendere da caratteristiche legate alla conformazione scheletrica o alla posizione dentale.
La terapia del morso profondo può essere fatta sia in eta infantile che nelle meccaniche di terapia fissa. Ovviamente ogni singolo caso richiede un esame specifico che tiene certamente conto della concomitante presenza di altri animali occlusali al fine di realizzare un percorso terapeutico efficace ed efficiente.
E’ una anomalia occlusale in cui il gruppo degli incisivi inferiori occlude esternamente rispetto agli incisivi superiori. Questa problematica è spesso associata alle malocclusione scheletrica di 3° classe. Nel caso di pazienti in crescita la tempestività della terapia può essere spesso risolutiva, nel caso dell’adulto l’approccio migliore è spesso quello ortodontico-chirurgico.
La deglutizione anomala che si verifica quando la lingua, durante l’atto deglutitorio invece di posizionarsi correttamente allo spot palatino, si interpone tra i denti superiori ed inferiori o abitudini viziate come il succhiamento del dito.
E’ un’anomalia ortodontica non comunissima ma frequente.il più delle volte i pazienti affetti ignorano questa condizione e ne vengono a consapevolezza solo fortuitamente al momento di un consulto odontoiatrico o in concomitanza con l’esecuzione di un esame ortopantomografico (OPT).
E’ certamente una problematica non semplicissima da affrontare in quanto prevede abilità e competenza da parte dell’ortodontia e grande collaborazione e motivazione da parte del paziente. La diagnosi precoce è certamente fondamentale in quanto un intervento precoce può escludere procedure di recupero chirurgico.
Nei casi in cui non si possono attuare procedure non invasive è necessario eseguire un intervento chirurgico di disillusione che prevede l’aggancio dell’elemento dentario incluso e l’attuazione di meccaniche di trazione e riposizionamento specifiche ed individuali in ogni singolo caso.
Il termine agenesia è utilizzato in campo medico per indicare l’ assenza di uno o più organi dalla nascita.
In campo odontoiatrico si parla di agenesia dentale per descrivere quella condizione congenita in cui è rilevabile l’assenza di uno o più denti. I motivi per cui potrebbe presentarsi tale condizione sono numerosi: e si passa da cause genetiche a fattori esterni come traumi, intenzioni, problematiche nutrizionali.
Quello delle agenzie dentali è un problema abbastanza diffuso interessando frequentemente non solo i terzi molari ma anche elementi dentali quali incisivi laterali o i premolari.
La risoluzione del problema può seguire strade differenti ed è ovvio che ogni situazione deve essere studiata e affrontata nella sua unicità individuale, in generale le diverse possibilità di trattamento prevedono:
– La chiusura ortodontica dello spazio del dente mancante.
– Il ripristino dell’elemento mancante attraverso un protesi tradizionale.
– Il ripristino dell’elemento mancante attraverso un intervento di implantologia.
se pensi di avere un’agenesia rivolgiti al tuo dentista di fiducia al fine di approfondire attraverso delle radiografie lo studio del tuo caso e stabilire il piano di cura ottimale.